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Venezia: città per i turisti o per i veneziani?

THE ITALIAN LANGUAGE FOUNDATION / November 21, 2024 / Blog, Travel /

English Translation

Venezia è una destinazione prediletta da molti turisti provenienti da tutto il mondo. Le statistiche mostrano che viene visitata da circa 120.000 turisti al giorno. Io ho visitato la “Serenissima” lo scorso giugno e ho potuto ammirarne i meravigliosi palazzi, gli straordinari dettagli, le gallerie d’arte e le piccole piazze tranquille con i caffè e le prelibatezze locali. Esiste tuttavia un altro lato di Venezia: Piazza San Marco è sempre gremita di turisti, e di vigili che ordinano ai turisti di non sedersi e di spostarsi. Troppa gente. Decisamente troppa. Dopotutto è estate, e Venezia vive di turismo.

L’introduzione di un ticket di 5 euro di ingresso a Venezia per i visitatori giornalieri non prenotati in hotel o AirB&B è stata molto dibattuta e se ne è parlato anche sui media internazionali. Per le le strade di Venezia si sente parlare più inglese, francese o cinese che italiano. E viene naturale domandarsi se è una città in cui si vivrebbe volentieri. Cosa pensano i veneziani dei turisti?

Ebbene, io in giro ho notato molti cartelloni che incoraggiavano i veneziani a protestare contro “l’effetto Disneyland”. I veneziani vorrebbero che l’offerta eccessiva di AirB&B, che rende impossibile ai non-turisti trovare un appartamento abbordabile, venisse regolamentata. È questo il lato negativo delle app che offrono innumerevoli opzioni di alloggio per tutti i budget in una città meravigliosa come Venezia? Io avevo sempre visto queste app come un’ottima invenzione, in grado di generare profitto e fornire un servizio piacevole, ma cosa comportano per una famiglia di italiani che non può più permettersi l’affitto in laguna? Certo si può vivere in periferia e fare il tragitto casa-lavoro in macchina, ma la città resta un’autentica città italiana se d’estate ci sono quasi solo turisti? O diventa semplicemente un parco divertimenti per noi visitatori stranieri?

Passeggiando dietro una coppia di anziani italiani, ho sentito la signora lamentarsi delle folle e della gente che si ferma dappertutto a scattare una foto dopo l’altra senza neanche dire “mi scusi” o un sorriso.

È questo il rovescio della medaglia del turismo? Ed è veramente qualcosa che si può aggiustare con un ticket di 5 euro? Probabilmente no. Comunque vi consiglio, se possibile, di visitare Venezia in bassa stagione. Buon viaggio!

Is Venice for tourists or Venetians?

THE ITALIAN LANGUAGE FOUNDATION / November 21, 2024 / Blog, Travel /

Traduzione italiana

Venezia is a destination for many tourists from around the world. According to estimates about 120,000 tourists visit Venezia daily. I traveled to “SERENISSIMA” this June and admired the marvelous buildings, impressive details, shops with artwork and small sleepy piazzas with cafes and delicious food. Walking around and getting lost with a gelato in your hand is the most Venetian experience. But there is the other side of Venezia: Piazza San Marco flooded with people, municipality officers asking tourists not to sit down, and keep on moving. Too many people. Way too many. After all, this is the summer season and Venezia lives off tourists.

Controversial implementation of a 5 Euro entry fee for all the visitors that did not book a night at a hotel or AirBnB made the international news. In the streets of Venezia you hear more English, Chinese or French than actual Italian. And you must wonder, is this a city I would like to live in? How do the Venetians feel about the tourists?

Well, I noticed many posters on the walls asking the Venetians to protest the “Disneyworld effect”. Venetians are demanding policies that regulate the massive amount of Airbnb’s that prohibit “non-tourists” to live and rent in the city of Venezia. Is this the hidden cost of our apps that offer so many cheap options of accommodations in a beautiful place like Venezia? I always looked at these apps as opportunities to generate profit and pleasure, but what does that mean to a family of Italians that cannot afford the rent in the lagoon? Commuting? Yes, but is this city an authentic Italian city anymore, if there are mostly tourists during summer? Or is it just an entertainment park for us, travelers from all over the world? 

As I walked behind an older Italian couple, I overheard the lady complaining about crowds, about people stopping everywhere and taking picture after picture, without a “ Scusa”, or a smile. Is this the other side of tourism?

Is this something that a 5 Euro entry fee will fix? Probably not. My only reasonable suggestion is that if you can, travel to Venezia during the off season. Buon Viaggio!

 

By Anna Porto.

La Città del Vento

THE ITALIAN LANGUAGE FOUNDATION / November 18, 2024 / Blog, Italian Translation /

Traduzione inglese

Di Gabriel Harmetz

Pur essendo nato e cresciuto a Manhattan, ho trascorso tutte le estati della mia vita a Trieste, una città meravigliosa ma che pochi conoscono, non essendo ben collegata con il resto dell’Italia.

Trieste è situata nell’angolo nord-est dell’Italia, a 20 minuti di auto dalla Slovenia.

Mi ricorda un po’ Manhattan in quanto, pur essendo una città di soli 200.000 abitanti, ha subito l’influsso di svariate culture: balcana, austro-ungarica, veneziana, greca ed ebraica, che si sono fuse in un insieme perfetto (ordine austriaco e calore italiano!).

Il simbolo principale di Trieste è la bora, un vento così forte che ai tempi di mia nonna le donne si cucivano dei pesi nell’orlo delle gonne, e attaccate ad edifici e paletti c’erano grosse corde a cui aggrapparsi per non essere trascinati via. D’inverno la bora fa sbattere le onde contro il molo, dove a volte si ghiacciano con un effetto fiabesco.

Agli inverni gelidi e cupi si contrappongono estati calde e allegre, anche perché Trieste è una delle rarissime città dotate di stabilimenti balneari e di numerose baie nascoste in cui rifugiarsi per un tuffo durante l’intervallo del pranzo.

I ragazzi della mia età di solito scelgono il lungomare di Barcola, gratuito e sempre affollatissimo. Si dice che la siepe che lo separa dalla strada sia stata piantata perché la vista delle belle ragazze triestine in bikini tendeva a causare troppi incidenti stradali!

Best Hotels: Savoia Excelsior, Duchi d’Aosta, or James Joyce

Historic Cafes: caffè degli Specchi, San Marco, Tommaseo 

Best Gelato: Gelato Marco 

Biografia:

Sono un senior (12th gr) alla Ramaz Upper School di Manhattan e sono completamente bilingue (inglese/italiano).

Sono nato a New York, ma mia mamma è di Venezia e con me ha sempre parlato solo italiano, mentre mia nonna mi mandava spesso pacchi di libri, fumetti e dvd italiani, e ho sempre frequentato campi estivi italiani.

Sono una persona estroversa e amo passare il tempo con i miei (numerosi!!) amici, giocare a basket, suonare la batteria e il pianoforte. Faccio una pasta perfetta al dente!

The Windy City

THE ITALIAN LANGUAGE FOUNDATION / November 18, 2024 / Blog /

Italian translation

By Gabriel Harmetz

While born and bred in Manhattan, I spent all my summers in Trieste. It is a beautiful city not known to most tourists, since it is not well connected to the rest of Italy by railways.

Trieste is located in the Northeastern corner of Italy, a 20 minute car ride from Slovenia.

Even though it is a medium-sized city with 200,000 inhabitants, it reminds me a bit of Manhattan, in that its mentality has been influenced by several cultures/nations: Balkan, Austro-Hungarian, Venetian, Greek and Jewish, which ended up blending into a great mix (Austrian organization and Italian warmth!)

Trieste’s main symbol is the “bora”, a wind so strong that in my grandmother’s times women would have weights sewn into the hems of their skirts, and there were thick ropes attached to buildings and poles that people would grab to avoid being blown away. 

In winter, the bora makes the waves crash against the pier, where they sometimes freeze into fairylike shapes.

The frigid and dark winters contrast with its warm and pleasurable summers, thanks to the fact that Trieste is one of the very few cities that boast beach clubs and numerous hidden coves that people can take advantage of for a quick swim during their lunch break.

Kids around my age tend to gravitate towards the Barcola promenade, which is free and always crowded.

People say that the row of hedges separating that promenade from the highway was planted because the sight of beautiful girls walking in their bikinis was causing way too many car accidents!

Best Hotels: Savoia Excelsior, Duchi d’Aosta, or James Joyce.

Historic Cafes: caffè degli Specchi, San Marco, and Tommaseo.

Best Gelato: Gelato Marco

Biography:

I am a senior (12th gr) at Ramaz Upper School in Manhattan and I am fully bilingual (English/Italian). 

I was born in NYC, but my mom is from Venice and always spoke only Italian with me, while my grandma would send me frequent packages of Italian books, comic books and DVDs , and I always attended Italian summer camps. 

I am an extrovert and love spending time with my (numerous!!) friends, playing basketball, and playing drums and piano. I make perfect pasta al dente!

Scritte, Disegni e Responsabilità: Un’Occhiata Più Attenta ai Graffiti e all’Arte di Strada a Pisa

THE ITALIAN LANGUAGE FOUNDATION / October 24, 2024 / Blog /

Traduzione inglese

Di Artha Abeysinghe, 

Quest’articolo racconta un’attività che ho fatto come parte del programma “Princeton in Pisa” alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

La mia amica Sicile ed io siamo andati in giro per Pisa, per scovare e chiedere alle persone le loro opinioni dei grafitti e dell’arte di strada. Il sole non è stato nostro amico oggi…

Il nostro primo incontro è stato con un uomo che stava seduto accanto a una statua di Nicola Pisano ascoltando la musica.  Lui ci ha spiegato che si stava riposando, tra una lezione e l’altra.  Era uno studente e aveva appena dato degli esami. A lui piaceva la statua e non ne avrebbe cambiato niente – ha detto che era un bel posto per riposarsi. Anche se la statua non era coperta di graffiti, era un luogo importante per renderci conto dell’impatto che le opere d’arte possono avere sullo spazio; la statua lo trasforma in un posto in cui riposarsi.

Poi siamo andati a cercare due due opere realizzate a graffito, una di Giorgio Bartocci, e una di Linea Piatta. Quando siamo arrivati, una coppia stava uscendo da casa sua, situata proprio lì davanti. Essendo persone che abitano così vicino all’opera, le loro opinioni sono molto importanti per capire come i graffiti e l’arte impattino sugli spazi pubblici. A loro piaceva l’opera originale, ma non i graffiti che le erano stati fatti sopra. Se avessero potuto cambiare qualcosa, avrebbero rimosso i graffiti gialli che rovinano l’opera originale. Dopo questa conversazione, ci siamo resi conto che esiste una responsabilità per gli artisti: la loro arte può migliorare uno spazio e contribuire alla bellezza del luogo, ma anche rovinarlo.

Poi abbiamo fatto un giro nei vicoli: i graffiti qui erano meno organizzati, e trasmettevano un senso di ruvidezza e grossolanità. Abbiamo incontrato un uomo che non era di Pisa, ma veniva da Treviso. A lui non piacevano questi graffiti così mal organizzati, e ci ha anche detto che non gli piacevano le scritte, preferiva i disegni. Partendo dall’esempio della sua città, ci ha spiegato come i graffiti con i disegni che si trovano lungo il fiume, a Treviso promuovessero la bellezza del paesaggio, mentre i graffiti scritti nei vicoli di Pisa fossero caotici e distraenti. Successivamente abbiamo anche incontrato una donna che stava facendo una passeggiata con il suo cane, e lei ha detto la stessa cosa. 

Alla fine abbiamo deciso di uscire dal centro della città, verso strade suburbane, e abbiamo visto dell’arte lungo i muri. Mentre Sicile ed io stavamo camminando, lei ha notato che non c’erano scritte su queste opere. Io ho proposto una spiegazione: forse la ragione per cui sono costituite solo da disegni è perché questa strada è per lo più percorsa in automobile, quindi gli autisti non hanno tempo per leggere parole, ma solo per vedere i disegni. 

Quando siamo arrivati nel centro di questa zona periferica, c’era un gruppo di palazzi decorati con dei disegni. Abbiamo parlato con una donna (che sembrava tedesca) che stava facendo una passeggiata con il cane. A lei piacevano questi palazzi con i disegni, e ha detto “più arte possibile è meglio”:

Alla fine di questa mattinata, abbiamo imparato che l’arte di strada è più complessa di quanto immaginassimo: ci sono delle differenze tra l’arte formata da scritte e quella formata da disegni, così come tra un’opera commissionata e una realizzata illegalmente. È fondamentale la responsabilità dell’artista per decidere come l’arte può cambiare lo spazio.

Biografia dell’autore: 

Artha è uno studente a Princeton University che studia l’informatica ma anche pensa di ottenere una minore in italiano. Studia la lingua da otto anni e quest’estate, ha studiato per un mese alla Scuola Normale Superiore di Pisa come parte di un programma di Princeton. 

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